Informiamo su un’importante iniziativa avviata da Confartigianato Gorizia negli ultimi mesi.
Come dimostrano i dati delle indagini congiunturali dell’Ufficio Studi della nostra Associazione, l’artigianato e le piccole imprese della provincia di Gorizia stanno attraversando uno dei più lunghi e complessi periodi di crisi da vari decenni a questa parte; in una situazione così complessa, la pressione fiscale e burocratica che grava sulle aziende di piccola dimensione rischia di mettere a repentaglio la loro competitività o addirittura la loro stessa sopravvivenza.
In uno scenario come quello appena descritto, Confartigianato Gorizia ha ritenuto di inviare a tutti i Comuni della provincia una lettera a firma del Presidente Ariano Medeot, affinché le modalità di concreta applicazione di TARI, TASI e IMU sugli immobili produttivi non vadano a gravare ulteriormente sulle aziende - in particolare quelle di piccola dimensione - soffocando la loro capacità di rilancio competitivo o la possibilità stessa di proseguire l’attività produttiva.
Per opportuna conoscenza, riportiamo le esplicite richieste avanzate nella lettera:
In considerazione della grave crisi che stanno attraversando le aziende artigiane e le micro e piccole imprese, Confartigianato Gorizia chiede di scongiurare il devastante effetto che può essere determinato dal carico fiscale gravante sui fabbricati aziendali ed imputabile ai tributi comunali IMU e TASI.
Su tali fabbricati, infatti, la base imponibile per l’applicazione dell’IMU, a cui ora si aggiunge la TASI, risulta aumentata di percentuali che, a seconda della categoria dell’immobile, arrivano a superare anche il 60% rispetto alla vecchia base imponibile ICI. Se a ciò si aggiunge l’effetto combinato di aliquote IMU e TASI, che potrebbero complessivamente raggiungere l’11,4 per mille, l’ulteriore incremento della pressione fiscale può generare un livello di tassazione davvero insostenibile.
Per questo chiediamo a ciascun Comune di avvalersi della potestà, prevista dal comma 9 - Art.13 del Decreto Legge 6 dicembre 2011 n.201, di ridurre al minimo l’aliquota IMU per gli immobili posseduti da imprese, in particolare per le categorie C1 (negozi e botteghe) C2 (magazzini e depositi) C3 (laboratori per arti e mestieri) e D7 (fabbricati per attività industriali) e di avvalersi altresì della potestà, prevista dal comma 676 - Art.1 della Legge 27 dicembre 2013 n.147, di azzerare per gli stessi immobili l’aliquota TASI, venendo così incontro all’esigenza di sopravvivenza delle aziende e di salvaguardia dei livelli occupazionali.
Il servizio di gestione dei rifiuti deve ispirarsi al principio “chi inquina paga”, prevedendo a carico delle utenze una spesa commisurata alla quantità di rifiuti effettivamente prodotti. Ancora una volta questo principio è stato disatteso e le attività economiche si trovano a dover versare oneri in eccesso rispetto ai benefici effettivamente goduti. Contribuire con una quota più alta per non gravare troppo sulle utenze domestiche risulta - entro certi limiti – tollerabile, ma pagare due volte per lo stesso servizio no!
Le imprese vogliono fare la propria parte, ma in maniera equa, e pertanto chiedono:
In questi giorni abbiamo avviato specifiche richieste di incontro ai Comuni della Provincia, al fine di approfondire il confronto sulle proposte che abbiamo summenzionato, con l’obiettivo di ottenere la maggior riduzione possibile delle aliquote previste nell’applicazione delle tre tasse oggetto dell’iniziativa.
Sarà nostra premura aggiornare sugli esiti del confronto con le Amministrazioni Comunali dei prossimi mesi